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attianese conserve
Il packaging per Attianese Conserve 1954 nasce dallo studio delle vecchie etichette delle aziende conserviere campane che, dagli anni ’50 in poi, esportavano pomodori in tutto il mondo. L’estetica si ispira a quell’immaginario visivo, fatto di memoria collettiva e codici grafici tipici dell’epoca, e lo reinterpreta con uno sguardo attuale. Il risultato è un progetto che unisce design e identità, dando al prodotto un’immagine autentica, artigianale e contemporanea.
L’idea parte dall’iconografia delle etichette campane degli anni ’50: confezioni vivaci, illustrate a mano, piene di ornamenti e colori accesi. Erano firmate spesso da illustratori locali e raccontavano un mondo produttivo oggi quasi dimenticato. Da qui nasce il progetto: osservazione, ricerca e reinterpretazione rispettosa di quell’universo visivo. Nessuna nostalgia forzata, ma una sintesi sincera tra passato e presente.
I pomodori e gli altri elementi grafici sono stati ridisegnati con tratti semplici e decisi, ispirati allo stile delle illustrazioni prima dell’era fotografica. Le illustrazioni originali sono di Claudia Bartoli, che ha dato vita a immagini essenziali ma espressive, capaci di evocare una bellezza senza tempo.
Il colore ha un ruolo chiave: toni pieni, saturi e vibranti, che ricordano le vecchie litografie e le etichette del dopoguerra. Rivisti in chiave moderna, mantengono un forte impatto visivo. In questo equilibrio tra passato e presente si riflette l’anima del progetto: raccontare una tradizione con un linguaggio attuale.
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una conserva campana
IL PROCESSO CREATIVO
IL SEGNO E LA FORMA
IL COLORE DEL TEMPO
CREDITS
san salvatore
In greco antico c’è una parola che racchiude in sé il senso del Bello e del Buono: Kalokagathia. Questa parola, così densa di significati, in San Salvatore 1988 diventa il fil rouge di tutta la sua identità agricola.
Anima di San Salvatore 1988 è Giuseppe Pagano, per noi Peppe, che per la brand identity ci fece una sola richiesta: utilizzare il bufalo nella grafica. L’idea ci piacque subito e iniziammo a lavorarci su, inizialmente utilizzando delle acqueforti poi con delle interpretazioni del bufalo più creative, senza però trovare una sintesi valida. Alla fine l’idea fu di disegnare il bufalo come avrebbero fatto gli antichi Greci sui loro manufatti, usando lo stesso stile iconografico. Passammo poi al pittogramma e al logotipo, preferendo per quest’ultimo un font bastoni più moderno, fino ad arrivare ad un'immagine-simbolo così essenziale da diventare subito senza tempo.
Dovendo pensare anche all’identità verbale, durante una riunione ci ricordammo di una storia che Peppe raccontava e racconta ancora oggi, l’aneddoto di un bufalo scappato e finito tra le vigne. Da quella storia (e da Marvin Gaye) nasce “Ho visto un bufalo tra le vigne e ho bevuto vino. Ho visto un bufalo tra le vigne e lui ha visto me”. Tutto il visual di San Salvatore, più che raccontare un prodotto racconta un territorio, a partire dal naming dei suoi vini (Elea, Trentenare, Vetere, Jungano…) tutti derivati da luoghi o toponimi locali.
Un aglianico riserva, dedicato al grande Maestro Gillo Dorfles, critico d'arte, pittore, filosofo e accademico italiano e soprattutto grande amico di Peppe, che per anni ha passato le sue estati proprio nel suo albergo. La Riserva porta sia il suo nome in etichetta che i suoi disegni sul fronte, disegni dai tratti unici che l’artista ha regalato all’Azienda.
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ho visto un bufalo tra le vigne
SENZA TEMPO
HO VISTO UN BUFALO
GILLO DORFLES
CREDITS
pasta alica
Il pastificio Alica ha alzato l’asticella della qualità lanciando una linea di paste fatte con farine premium, selezionate tra le eccellenze italiane, come Senatore Cappelli, farine integrali dal gusto intenso oppure biologiche, coltivate secondo standard di qualità superiore.
Creare il packaging giusto per questa linea di paste preziose e ricercate è stato una sfida e ci ha spinto a rendere ancora più originale ed elegante il concept vintage e mediterraneo della Pasta Alica - linea tradizionale e dare risalto la ricercatezza del progetto in sé e importanza alla personalità di ogni singola farina.
Per questa special edition abbiamo scelto, quindi, qualcosa di diverso nella forma e nel materiale creando un astuccio invece che una busta, e dall’aspetto visivo complessivo che mantiene un sapore vintage ma si contraddistingue per eleganza ed originalità. Il richiamo storico garantisce, infatti, la continuità con il concept del brand ma la realizzazione pone l’accento sulla preziosità e unicità delle farine, a ciascuna delle quali è dedicata una specifica palette di colori.
Il visual è un gioco di forme e colori, poligoni e pattern affiancati, che nell’insieme richiamano le cementine delle case meridionali e ricordano le antiche carte delle paste artigianali ma senza riprodurle. L’accenno all’antico è, infatti, volutamente solo una suggestione, un omaggio elaborato in un complesso visivo estremamente contemporaneo ed elegante, fatto di contrasti ed alternanze.
Infine, le diverse palette di colori, coraggiose ed allegre, sono costruite a partire dai toni del giallo, dell’ocra o del dorato per ricordare il colore del grano simbolizzato anche dalle essenziali e sintetiche illustrazioni delle spighe. Tutto – il concept, i colori, i segni e le forme – è pensato per girare intorno alla cosa che ha la massima centralità in questo prodotto: l’ingrediente.
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le speciali
Processo Creativo
forma e materia
maida
Ogni singolo pezzo della linea Particolari è fatto a mano, dentro ogni particolare c’è una storia, la storia di Maida e l’arte di conservare il buono della terra. Oggi i vasetti quadrati di Maida li riconosci al primo sguardo: particolari e inconfondibili.
Maida per noi è quasi famiglia: un cliente che abbiamo visto crescere e che curiamo da tempo. La chiave dell’azienda è l’amore per i prodotti della terra che vengono lavorati a mano. Negli anni abbiamo tradotto questa passione in un’esperienza innovativa, essenziale, evocativa. Per questo progetto ci siamo tuffati in un territorio ricco di storia, Paestum, una delle maggiori testimonianze architettoniche della Magna Grecia. E siamo scesi nei particolari: di un affresco, un portale, un campanile. Un’etichetta minimalista, che lascia protagonista il prodotto.
Iniziamo dalla fine… La brochure di Maida inizia proprio con la parola “fine” e inizia un percorso all'inverso. La prima immagine a comparire, stampata su una pagina che lascia intravedere la successiva, è il logo sul tappo: si procede poi a ritroso fino al prodotto fresco e alla sua coltivazione. Il nero e il bianco dominano per dare risalto ai colori degli ortaggi, delle confetture, dei legumi e dei sughi. La narrazione continua svelando poco a poco i luoghi, Paestum, la terra dove tutto è cominciato: perché il segreto è tutto lì, nell’inizio di ogni cosa. E infine la copertina: logo liscio e argento su sfondo nero e ruvido. Da guardare con le mani, da sentire con gli occhi. E poi c’era una volta...
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i particolari di maida
CONCEPT
LA FINE PRIMA DELL'INIZIO
CREDITS
villa dora
I vini Villa Dora sono legati al Vesuvio come i popoli che vivono sotto alle pendici di questo gigante che tutto dà e tutto potrebbe togliere. Lo ringraziano, lo rispettano e lo rappresentano da secoli nell’atto primordiale dell’esplosione, per ingraziarselo.
Rendere inedito un simbolo iper-rappresentato è in sé la contraddizione che ci ha permesso di rendere l’ambivalenza insita nell’essenza di Villa Dora, così legata alla storia del territorio, così innovativa.
Abbiamo guardato alla capacità del Futurismo di essere allo stesso tempo sintetico e dinamico e ci siamo ispirati sia alle antiche acqueforti locali che alle rappresentazioni contemporanee, pop e internazionali come quella di Andy Warhol.
Il progetto di re-branding di Villa Dora è avveniristico, audace ed essenziale. Il Vesuvio del logo è sintetico, moderno e non stereotipato. Il Vesuvio delle etichette è pieno di colore, materia e presenza scenica. Il focus visivo è sulla complessa geometria poligonale del gruppo montuoso a cui appartiene e alle sensazioni materiche delle sue rocce.
L’effetto materico è ottenuto con una colorazione coraggiosa, che non ricorre alla predominanza del rosso lava, realizzato con tecniche di stampa come inserti in foglia oro o argento a caldo per giocare con le forme e le figure geometriche e richiamare le superfici ruvide delle pietre. Le illustrazioni applicate all’etichetta finale sono libere da qualsiasi testo in modo che la centralità sia tutta per il gioco di triangoli appuntiti, poligoni netti e colori vibranti che sintetizza la complessità di significati che il Vesuvio assume per le comunità locali e per questa azienda ancorata alle radici ma sempre alla ricerca di nuove forme di eccellenza.
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terra viva
processo creativo
futurismo
Credits
tenuta tortorella
Da una storia di oltre 60 anni, oggi Tenuta Tortorella è diventata un laboratorio di eccellenza, una realtà tutta italiana guidata da giovani coraggiosi, mossi una forte passione per l’arte dell’olio di oliva. Il marchio Tenuta Tortorella nasce nel 2010 dall’idea di Rosario Scorziello, un giovane spinto dalla voglia di continuare a tramandare una storia di tre generazioni familiari che affonda le proprie radici nell’Italia del sud del secondo dopoguerra.
Dalla ricerca iconografica e storica del territorio abbiamo trovato interessante partire dalle sculture in pietra dei “portali” di matrice cinquecentesca presenti a Altavilla. Questi portali avevano dei fiori scolpiti, chiamati “ fiori dell’accoglienza”. Il loro significato è proprio nel nome: accoglievano gli ospiti, i forestieri che arrivavano in città. Sono sparsi per tutta la Campania (molti nel Cilento). Abbiamo lavorato sulla forma di questi fiori e li abbiamo resi unici, inserendoli al centro di queste etichette tonde, facendo girare intorno ad essi il nome del prodotto e “olio extravergine di oliva biologico”. Abbiamo scelto una bottiglia bassa, in modo che l’etichetta vivesse meglio su di essa e che creasse maggiore contrasto visivo.
È il disegno di una T maiuscola che ricorda la forma di un portale, ma anche un ulivo. Esprime il legarsi o emergere con umiltà.
foto di Antonio Alaimo / stampa di So.Ve.Mec
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i fiori dell'accoglienza
Processo creativo
Portali e ulivi
Credits
vini guerritore
Tutto il progetto Guerritore è nato dalla nostra prima, illuminante, visita alla vigna. Alle nostre spalle file e file di viti, di fronte a noi tutto il panorama della valle: una distesa di paesi e contrade il cui ritmo visivo era scandito dai campanili delle chiese. Ogni paese, un campanile, segno distintivo e d’identità.
A differenza del paesaggio urbano, che risponde a logiche estetiche diverse, attraversare un territorio fatto di piccoli centri, di borghi, significa orientarsi alzando lo sguardo per cercare il campanile delle chiese. Così, per le etichette del Fiano, Aglianico e Merlot Guerritore abbiamo scelto di reinterpretare, in chiave post-moderna, le immagini dei campanili reali dei paesi della Valle dell’Irno, simbolo dell’identità campana che i vini rappresentano. Sono campanili immaginari, visionari, decostruiti in elementi minimalisti e ridisegnati con contrasti cromatici, illusioni ottiche e tridimensionalità.
La gamma di colori freddi per la freschezza del Fiano, il viola per un vino giovane come il Merlot, il caldo bordaux per l’invecchiato Aglianico e l’oro ovunque. L’oro dell’esperienza divisiva del sole riflesso nelle mille finestre della valle. L’oro dei vini Guerritore, prodotti di altissima qualità, frutto di un’azienda che da subito ha fatto una scelta di eccellenza e di una vigna che, già da quella prima visita, quando ci siamo girati a guardarla, abbiamo capito essere il vero gioiello da valorizzare.
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ogni paese un campanile
CONCEPT
LUCE DORATA
CREDITS
sabino basso
La nascita di un packaging ha molto in comune con un albero: nasce da un piccolo seme e cresce lentamente, con il tempo che ne definisce i contorni. Anche se viene da lontano, il nostro progetto per la selezione DOP di Olio Sabino Basso è nato mentre le olive venivano raccolte; e mentre queste cambiavano forma diventando olio, noi davamo una nuova forma al vetro.
La nascita di un packaging ha molto in comune con un albero: nasce da un piccolo seme e cresce lentamente, con il tempo che ne definisce i contorni. Anche se viene da lontano, il nostro progetto per la selezione DOP di Olio Sabino Basso è nato mentre le olive venivano raccolte; e mentre queste cambiavano forma diventando olio, noi davamo una nuova forma al vetro. Un pack per trasmettere il grande valore del prodotto, prima al tatto e poi al palato; ambizioso ma al tempo stesso semplice, essenziale ma al tempo stesso emozionante.
Abbiamo progettato un'etichetta con una carta anti-olio naturale dalla spiccata ruvidità che ricorda al tatto una corteccia d’ulivo. La bottiglia che abbiamo pensato invece è caratterizzata da vetro lavorato con onde antiscivolo, cerchi concentrici in rilievo che guidano il tatto dalla base fino all’etichetta.
Il brand al centro è stampato in rilievo ed è richiamato dal monogramma decorato sul vetro nella parte superiore della bottiglia. Il formato scelto, visto il grande prestigio del prodotto, è un 500ml: la coniugazione perfetta tra versatilità ed eleganza.
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dalla terra al vetro
Processo creativo
guidare il tatto
versatilità ed eleganza
CREDITS
vetere limited
Per l’edizione limitate del Vetere, il vino rosato dell’azienda agricola San Salvatore 1988, abbiamo lavorato su un progetto totalmente nuovo, ispirato dal territorio di Paestum e dalla sua storia, luogo di vinificazione del Vetere.
Per l’edizione limitata del Vetere, il vino rosato dell’azienda agricola San Salvatore 1988, abbiamo lavorato su un progetto totalmente nuovo, ispirato dal territorio di Paestum e dalla sua storia, luogo di vinificazione del Vetere. Abbiamo creato illustrazioni e disegni ispirandoci ai tesori conservati all’interno del Museo Archeologico di Paestum, ai vasi e alle pitture greche, come la Tomba del tuffatore. Le illustrazioni sono stampate direttamente sul vetro, senza etichette, in una palette colore che ricorda le tinte usate nelle pitture greche ritrovarti proprio a Paestum. La contro-etichetta è stampata su una particolare carta, rimovibile senza lasciare traccia, per poter conservare la bottiglia una volta finita e riutilizzarla dandole una nuova vita.
Le illustrazioni sono stampate direttamente sul vetro, senza etichette, in una palette colore che ricorda le tinte usate nelle pitture greche ritrovate proprio a Paestum. La contro-etichetta è stampata su una particolare carta, rimovibile senza lasciare traccia, per poter conservare la bottiglia una volta finita e riutilizzarla dandole una nuova vita.
Illustrazioni di Stefano Marra / Stampa di DS Glass / Foto di Antonio Alaimo e Sofie Delauw
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limited edition
tesori conservati
tinte antiche
credits
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